Pensioni 2019: perchè quota 100 conviene agli over 63

Pensioni quota 100, saranno soprattutto gli over 63 a beneficiare di tale misura di pensionamento nel corso del 2019. Ecco il il motivo.

  • 14 Marzo 2019

l nuovo sistema di pensione anticipata quota 100 è ormai attivo. Solamente l’1,9% dei lavoratori andrà in pensione con la “vera quota 100”, il restante supera tale quota, per età anagrafica o anni di contributi versati. Saranno soprattutto gli over 63 ad andare in pensione nel 2019 con questa nuova formula. Perché?

Pensioni 2019, quota 100 conviene agli over 63

Quota 100 è la nuova formula di pensionamento anticipato, studiata dal Governo per superare la legge Fornero di qualche anno fa. Quota 100, permette di andare in pensione con i requisiti minimi di 62 anni di età e 38 anni di contributi (la somma di tali cifre è 100). Eppure, nel 2019 saranno soprattutto gli over 63 ad andare in pensione con tale misura. Secondo quanto emerge da una delle tante analisi, presenti sul documento disposto dall’Ufficio parlamentare di Bilancio, per l’audizione del decretone, attualmente in esame alla Camera, saranno pochi (1,9%) dei lavoratori che, andranno in pensione con la “vera quota 100”. La maggior parte dei lavoratori che nel 2019 andranno in pensione, hanno più di 63 anni di età o più di 39 anni di contributi versati. Parliamo di una percentuale del 98,1%.

Pensioni, in pochi gli “effettivi quota 100” nel 2019

Saranno pochi i lavoratori che, nel corso del 2019 decideranno di uscire dal mondo del lavoro, rientrando appieno in quota 100. I cosiddetti “quotisti effettivi” sono solo l’1,9% coloro che sommando età anagrafica ed anni di contributi versati, arrivano tondi tondi a 100. La maggioranza dei nuovi pensionati, nel corso di quest’anno, andranno in pensione con “quote diverse”, perché hanno più di 62 anni oppure hanno più di 38 anni di contributi versati.

A condurre la classifica sono gli over 63. Si prevede che il 98,1% andrà in pensione con più di 63 anni anagrafici o con più di 38 anni di contribuzione. Dati confermati anche dalle analisi condotte dall’agenzia Adnkronos. Perché succede questo? Ci troviamo davanti quello che comunemente è definito “effetto stock”. Più coorti di lavoratori accumulate nel primo anno di entrata in vigore quota 100, che dunque vedono un accumulo di aspiranti pensionati, non solo quelli effettivamente rientranti in quota 100, ma anche gli altri, che teoricamente potevano andare in pensione con il vecchio sistema pensionistico. Con il tempo si dovrebbe regolarizzare il tutto, così da avere l’aumento degli “effettivi quota 100”.

Pensioni 2019, al top della classifica c’è “quota 104”

Sommando età anagrafica e contributi versati, almeno per il 2019,  sono pochi quelli che raggiungono quota 100. Tanti ad uscire dal mercato del lavoro con altre differenti quote. In cima alla classifica si posiziona “quota 104”, ossia coloro che sommando età e contributi, arrivano a 104 invece che 100. Il 19,4% andrà in pensione con “quota 104”. A seguire: “quota 105” con il 17,3% dei lavoratori, “quota 103” con il 16%, “quota 106” con il 13,7%, “quota 102” con l’11,2% dei lavoratori. Ed ancora: “quota 107” con l’8,6%, “quota 101” con il 6%, “quota 108”con il 4,3%, “quota 100” con l’1,9% seguita da “quota 109” con l’1,3% e “quota 110” con lo 0,1% dei lavoratori.

Pensioni, anni di contribuzione ed età anagrafica

Se si prendono in considerazione gli anni di contribuzione e l’età anagrafica, della platea dei nuovi pensionati 2019, la situazione è questa. In cima, troviamo i lavoratori con 41 anni di contributi versati, pari al 23,5%. A seguire chi ha 40 anni di contributi (21,3%), 42 anni di contribuzione (20,8%), 39 anni di contributi (19,3%), 38 (9,7%) ed in fine 43 anni di contributi (5,5%). Quasi nessuno esce con 38 anni di contributi esatti. Per quel che riguarda l’età anagrafica, anche qui, sono pochi i 62enni, come previsto da quota 100. Saranno soprattutto i 63enni ad andare in pensione quest’anno, con una percentuale del 26,9% della platea totale. A seguire troviamo i 64enni con una percentuale del 22,1%, i 62enni con il 18,4%, i 65enni con 16,5%, ed ancora ecco arrivare i 66enni con una percentuale del 13,4%, e 67enni con un valore in percentuale del 2,7%. Dati che ci forniscono una visuale ben precisa, di quello che sarà lo scenario pensionistico nel 2019.

Fonte:news.biancolavoro.it

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