Proteggere una professione

l'esempio dei commercialisti e degli avvocati

  • 9 Ottobre 2018

Ogni lavoro nasconde delle insidie, nessuno escluso. Tutelarsi, dunque, è necessario per non incorrere in pericoli e responsabilità che potrebbero risultare estremamente dannose per i soggetti coinvolti. Ed è proprio l'aspetto tutelativo ad invogliare determinati professionisti (come gli avvocati o i commercialisti) a contrarre un'assicurazione professionale. Dall'agosto 2013, tutti i professionisti iscritti all'albo, hanno l'obbligo di stipulare questo tipo di assicurazione, fattore che protegge il patrimonio economico della persona interessata e non lede l'immagine del professionista stesso. Chiaramente, queste "protezioni" valgono solo in determinate situazioni: nei casi di imprudenza, imperizia o negligenza. Nei suddetti casi, nei confronti di un professionista, potrà esserci una richiesta di risarcimento da parte del soggetto danneggiato.

Il commercialista svolge diverse funzioni e rientrando tra le professioni intellettuali ha una responsabilità legata a questa, una responsabilità amministrativa  (riguardante specificatamento la materia tributaria) e una responsabilità penale.

Quella dell'avvocato, invece, si pone tra le professioni liberali. La crescita delle argomentazioni che possono interessarlo causa anche l'aumento dei rischi. Il legale instaura con il cliente un rapporto giuridico e per questo motivo, pur non avendo l'obbligo del raggiungimento di un obiettivo, dovrà perseguire le vie ritenute migliori per tentare di farlo. La corretta tenuta della documentazione, la presenza nel corso di udienze ecc (fatte salve le regolari giustificazioni) e altri fattori, rappresentano soltanto alcune delle responsabilità che l'avvocato ha nei confronti del cliente, che potrebbe, a sua volta, richiedere un cospicuo risarcimento.

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